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Sta per finire un altro anno di consulenze in alcune PMI emiliane e, tra le somme che si tirano (o si dovrebbero tirare) c’è (o ci dovrebbe essere) la domanda: quanto ha reso l’investimento in una figura “Temporary ” che mi ha affiancato per un certo periodo su un certo progetto?

Questa domanda andrebbe fatta più volte l’anno a tutti i livelli aziendali in quanto, in tutti i reparti, si effettuano investimenti diversi a seconda del settore e delle dimensioni della PMI: Macchinari, Software, Personale, Consulenze, Strumenti, Formazione, ecc.. Personalmente, non essendo un esperto di Finanza, potrei “limitarmi” alla parte strategica, ma è comunque necessario dare una risposta sulla base di DATI certi. Ecco che entra in scena la sigla ROI che riassume, in buona parte, quel concetto di conoscenza necessaria in azienda al fine di capire costantemente se le scelte intraprese sono giuste o meno (in confronto agli Obiettivi prefissati e ai Risultati attesi).

Di definizioni di ROI se ne trovano diverse, ma vorrei parlare della forma più semplice in quanto l’intento non è accademico ma di pura necessità, ovvero che anche nelle PMI ci sia un minimo di cultura dell’analisi che diventi un punto fermo nelle cose DA FARE periodicamente. Tutto quello che “spendiamo” può essere un costo o un investimento (sempre in maniera semplicistica, non me ne vogliano i Commercialisti e CFO) e capirlo è fondamentale.

A cosa serve il ROI nella valutazione degli investimenti? Serve a razionalizzare le scelte allocative, evitare sprechi clamorosi e concentrare sforzi sulle iniziative più promettenti. Sembra ovvio, eppure quante aziende continuano a investire basandosi su intuizioni o mode passeggere del momento?

Questo indicatore permette di mettere a confronto opportunità completamente diverse e di capire dove conviene davvero allocare le risorse. Padroneggiare il significato del ROI ( ritorno degli investimenti)e il suo calcolo non è roba riservata ai contabili, ma può essere fatta da “chiunque” ad un primo livello di comprensione..

Ma a cosa serve il ROI? A misurare la redditività di un investimento.

Quanto guadagno per ogni euro che “spendo” dentro un progetto? Questa è la domanda a cui risponde, senza giri di parole. Un indice che quantifica il guadagno, o la perdita, generata rispetto all’investimento iniziale. Il lancio del nuovo prodotto ha generato rendimenti adeguati alle aspettative? Senza questo indicatore, si naviga completamente a vista

Calcolare il ROI richiede una formula matematica semplice: si sottraggono i costi dell’investimento dai ricavi generati, si divide il risultato per il costo iniziale e si moltiplica per cento.

In formule: ROI = [(Ricavi – Costo dell’Investimento) / Costo dell’Investimento] x 100.

Il loro rapporto produce un coefficiente che, moltiplicato per cento, restituisce una percentuale facilmente interpretabile. Un ROI del venticinque percento? Significa che ogni euro investito ha generato venticinque centesimi di guadagno netto. Esistono anche altre formule, l’importante è adottare sempre la stessa così da avere coerenza dei risultati e dei parametri di valutazione.

Per capire davvero come effettuare il calcolo del ROI, serve una procedura chiara. Primo step: identificare con precisione l’investimento da analizzare, definendo confini temporali chiari e componenti di costo da includere.

Secondo: determinare tutti i costi sostenuti, sommando ogni singola voce rilevante. Questo punto è molto importante perché spesso non comprende nel calcolo alcune voci di costo che invece andrebbero inglobate: Questo include costi diretti – acquisto attrezzature, spese marketing, personale dedicato – ma anche costi indiretti e spese operative correlate. Terzo: misurare i ricavi o i benefici economici generati nel periodo di riferimento stabilito. Quarto: applicare la formula del ROI per ottenere il valore percentuale finale.

Esempio pratico nel marketing digitale. Un’azienda investe cinquemila euro in pubblicità online. La campagna genera vendite aggiuntive per ottomila euro. Guadagno netto? Tremila euro (ottomila meno cinquemila).

Applicando la formula: [(8000 – 5000) / 5000] x 100 = 60%. Traduzione immediata? Ogni euro investito ha prodotto sessanta centesimi di guadagno netto. ROI decisamente positivo che giustifica ampiamente la replica dell’iniziativa.

Secondo esempio, settore industriale. Un’impresa acquista un macchinario da ventimila euro che riduce i costi di produzione di tremila euro all’anno. Su cinque anni, il risparmio totale ammonta a quindicimila euro.

Il calcolo del ROI quinquennale risulta negativo: [(15000 – 20000) / 20000] x 100 = -25%. Pessimo investimento, quindi? Non necessariamente, e qui sta il punto interessante.

Estendendo l’analisi a dieci anni, il risparmio sale a trentamila euro e il ROI diventa positivo al cinquanta percento. Questo dimostra quanto conti l’orizzonte temporale nell’analisi della redditività effettiva. Cambiare prospettiva temporale può ribaltare completamente la valutazione di un investimento.

Questi esempi evidenziano come il calcolo del ROI debba sempre considerare le specificità del contesto operativo: periodo di riferimento, corretta attribuzione dei ricavi, inclusione meticolosa di tutti i costi rilevanti.

Calcolare il ROI in maniera semplificata non è difficile, ma spesso, in molte PMI, ci sono due ordini di problemi: la mancanza di strumenti necessari per aggregare tutti i costi a quell’investimento (mancanza di un CRM o suo utilizzo parziale..) e la capacità di saper interpretare bene i risultati al fine di fare le giuste valutazioni.

Tirando le somme, il ROI si conferma strumento indispensabile per misurare e confrontare la redditività degli investimenti in ogni ambito economico immaginabile. Comprendere il significato del ROI, padroneggiare la formula del ROI e applicare correttamente il calcolo del ROI consente di prendere decisioni basate su dati oggettivi.

Integrando questa analisi con altri indicatori complementari (ROE per esempio..) e considerando sempre il contesto specifico di riferimento, le PMI verrebbero gestite con maggiore sicurezza nel complesso panorama delle scelte di investimento.

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