da Luca Biscione | Ott 30, 2025 | Uncategorized
Nella collaborazione tra Luca Biscione, temporary manager con esperienza nei settori della meccanica, dei servizi e delle tecnologie IT, e PMC Coach, si incontrano due prospettive complementari: quella della strategia e quella dell’operatività quotidiana.
Da questa unione è nato un approccio strutturato ma agile, capace di tradurre la pianificazione strategica in comportamenti concreti e risultati misurabili.
“Mi occupo di pianificazione strategica,” racconta Biscione, “cioè di tutto ciò che sta alla base della definizione dei piani d’impresa. Significa individuare obiettivi realistici, definire le azioni necessarie per raggiungerli e misurare i risultati con continuità. Con PMC Coach abbiamo sviluppato un modello che chiamiamo proprio obiettivi-azioni-risultati, pensato per aiutare l’imprenditore a tenere la rotta, anche nei momenti di maggiore complessità.”
Il suo metodo si fonda su una conoscenza diretta delle dinamiche aziendali.
“Sono una persona d’azienda,” sottolinea. “Entro negli uffici commerciali, partecipo ai meeting marketing, ascolto la produzione. Questo contatto quotidiano con i reparti mi consente di capire dove il processo si inceppa e come intervenire.
Le teorie e i modelli servono, ma se non trovano un punto di incontro con la realtà di chi tutti i giorni deve vendere, consegnare o produrre, rimangono lettera morta.”
Con PMC Coach, Biscione lavora per rendere il pensiero strategico più accessibile e operativo.
“Mi ha colpito molto la prospettiva con cui PMC Coach affronta la strategia. Mi ha aiutato a guardare le organizzazioni a 360 gradi, ad aprire gli orizzonti. Ho imparato a integrare il change management e lo sviluppo organizzativo con la logica del temporary management, che è più orientata alla performance e alla sostenibilità dei risultati nel medio periodo.
Insieme cerchiamo di trasformare l’analisi in azione, di non fermarci alla diagnosi ma di costruire percorsi di miglioramento che restino nel tempo.”
Il modello obiettivi-azioni-risultati nasce proprio con questa finalità: fornire una griglia di riferimento che permetta di governare la complessità senza appesantire i processi decisionali.
“Non serve un piano di cento pagine,” osserva Biscione. “Servono tre colonne chiare: dove vogliamo arrivare, cosa dobbiamo fare, come misuriamo se ci stiamo riuscendo. È un linguaggio semplice, ma estremamente efficace, perché mette in relazione la parte strategica con quella operativa.
Lavorando con PMC Coach abbiamo visto quanto sia utile anche nei contesti più tecnici, come nelle PMI del comparto meccanico, dove la pianificazione spesso si scontra con l’urgenza della produzione o delle commesse.”
La collaborazione si è concretizzata in diversi progetti, ma uno in particolare sintetizza bene la sinergia tra metodo e pragmatismo: quello con una startup milanese specializzata in data governance.
“È stata un’esperienza molto interessante,” racconta. “Parliamo di una realtà giovane, con grandi competenze tecnologiche ma con la necessità di strutturare un piano industriale.
Insieme a PMC Coach abbiamo iniziato con un’analisi preliminare delle persone che componevano il team, delle loro skill, delle loro attitudini. Abbiamo poi incrociato queste informazioni con le opportunità del mercato, individuando i segmenti a maggiore potenziale.
Da lì è nata una proposta di valore chiara, coerente con le capacità interne e con il posizionamento competitivo che l’azienda poteva sostenere.”
La sfida, spiega Biscione, era evitare che il valore individuato nella fase analitica si disperdesse durante l’implementazione.
“Nelle aziende succede spesso che, dal momento in cui si definisce una strategia al momento in cui la si mette in pratica, si perda qualcosa: visione, energia, coerenza. Noi abbiamo lavorato per mantenere intatto quel valore, costruendo un ponte tra l’analisi e l’azione.
PMC Coach ha portato la capacità di leggere le persone e i processi con metodo, io ho portato la parte più operativa, quella che traduce le linee strategiche in attività concrete: marketing, commerciale, sviluppo prodotto. È stato un lavoro di squadra, non un semplice affiancamento.”
Il tema della collaborazione ritorna spesso nel racconto di Biscione.
“Abbiamo trovato un obiettivo comune: trasferire alle imprese competenze che non possono avere al proprio interno. Le PMI, per loro natura, non dispongono di tutte le figure necessarie per analizzare e implementare una strategia completa.
Insieme riusciamo a colmare quel vuoto, fornendo strumenti pratici ma anche un metodo che resta. Quando usciamo da un’azienda, deve rimanere una cultura della pianificazione e del monitoraggio dei risultati.”
Oggi il ruolo del temporary manager, nella visione di Biscione, si sta evolvendo verso un profilo sempre più integrato nei processi aziendali.
“Non si va più in azienda per risolvere un singolo problema nel giro di tre mesi,” spiega. “Si lavora su orizzonti più ampi, in cui la performance è legata anche alla capacità di cambiare cultura.
Questo significa parlare di governance, di processi decisionali, di comunicazione interna. Le leve strategiche diventano la capacità di allineare tutti i livelli dell’organizzazione, dal management operativo alla proprietà.”
La sinergia tra l’approccio analitico di PMC Coach e quello pragmatico di Biscione permette di generare cambiamento in profondità.
“Abbiamo messo insieme due metodi molto complementari,” conclude. “PMC Coach porta lo studio, la ricerca, l’analisi delle dinamiche organizzative. Io porto la concretezza e la visione strategica d’impresa.
Entrambe le componenti sono indispensabili per costruire interventi che non si limitino a risolvere una criticità, ma producano evoluzione nel tempo.
Ogni azienda, grande o piccola, deve poter contare su una bussola strategica che la accompagni nel quotidiano. È questo il vero significato del nostro lavoro.”
da Luca Biscione | Set 19, 2025 | Business, Marketing
Obiettivi, Azioni, Risultati: il modello circolare della gestione aziendale
Ogni azienda, indipendentemente dalle sue dimensioni, vive di obiettivi. Alcuni sono economici e immediatamente misurabili, altri sono qualitativi e incidono sul benessere interno o sul posizionamento sul mercato. In tutti i casi, saperli definire in modo chiaro rappresenta il primo passo per guidare la crescita.
Nel nostro Modello Circolare di Analisi Strategica, sviluppato da Luca Biscione in collaborazione con PMC Coach, gli obiettivi non sono mai considerati isolatamente: essi fanno parte di un processo integrato che comprende la definizione delle azioni da intraprendere e la valutazione dei risultati raggiunti. Solo questo approccio a ciclo continuo consente di ottimizzare la gestione aziendale, creando un legame costante tra pianificazione, esecuzione e misurazione.
Un’azienda parte con il piede giusto quando riesce a chiarire dove vuole andare. Senza una visione precisa, ogni investimento e ogni iniziativa rischiano di essere inefficaci o dispersivi.
Gli obiettivi possono variare moltissimo in base al settore e al contesto:
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crescita del fatturato,
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aumento delle quote di mercato,
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miglioramento della marginalità,
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riposizionamento competitivo,
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ottimizzazione dei costi,
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chiusura di linee produttive non più redditizie,
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innalzamento della qualità del lavoro interno.
Ogni reparto porta avanti i propri obiettivi specifici: il commerciale persegue risultati di natura finanziaria; la produzione mira a ridurre sprechi e difetti; il tecnico si concentra su tempi e performance di progetto; la logistica lavora sull’efficienza delle consegne.
Dati al centro delle decisioni
Tutti questi obiettivi necessitano di un’attenta validazione. E qui entra in gioco il data-driven marketing: oggi, grazie all’analisi dei dati, è possibile testare la coerenza di un obiettivo con il contesto di mercato e con le risorse aziendali disponibili, evitando scelte basate solo su intuizioni o percezioni.
Aziende come Amazon hanno costruito il loro vantaggio competitivo proprio su questo approccio. Grazie alla raccolta e analisi dei dati sugli acquisti, l’azienda riesce a proporre raccomandazioni personalizzate che generano oltre il 35% delle vendite complessive. In questo caso, l’obiettivo di aumentare la quota di mercato e la fidelizzazione dei clienti è stato perseguito con azioni supportate dai dati, con risultati tangibili e misurabili.
Un altro esempio virtuoso è Netflix, che utilizza modelli predittivi basati sui dati di visione degli utenti per decidere quali contenuti produrre o acquistare. L’obiettivo – incrementare il tempo medio di permanenza sulla piattaforma – viene costantemente validato e ridefinito grazie a forecast e analisi comportamentali. Le azioni (scelta dei contenuti, personalizzazione delle raccomandazioni) sono direttamente guidate dall’analisi dei dati, con risultati che hanno portato a una posizione di leadership globale.
Anche in Italia non mancano buone pratiche. Enel, ad esempio, ha adottato strategie data-driven per migliorare l’efficienza della rete elettrica e ottimizzare la gestione della domanda. L’obiettivo di ridurre i costi operativi e incrementare la qualità del servizio si è tradotto in azioni concrete, come l’uso di algoritmi di predizione dei guasti. Il risultato è una maggiore affidabilità della rete e un miglioramento della customer satisfaction.
da Luca Biscione | Set 26, 2024 | Uncategorized
FORECAST e BUDGET previsionali
Normalmente, a partire da settembre, le aziende si affannano a mettere giù dati, a richiedere informazioni e a “pretendere” dai collaboratori commerciali in particolare, i #budget per l’anno successivo.
E’ un momento particolarmente importante che necessità di alcune osservazioni:
Quante aziende hanno discusso e approvato un #forecast da settembre a fine anno? Magari, grazie alle informazioni che deriveranno da questo ulteriore strumento di pianificazione, si potranno definire budget più coerenti e realistici per l’anno successivo.
Cos’è un #forecast e perché è importante realizzarlo?
Innanzitutto è una tabella che contiene valori di natura previsionale e ha la peculiarità di avere come fattore temporale, non l’anno o gli anni successivi, ma “qualche mese..”
Il forecast è il processo più semplice a disposizione delle aziende per fare previsioni credibili. Per intenderci, possiamo dire che il forecast è un po’ il “fratello minore” del budget e del business plan. Infatti, i tre documenti sono tutti strumenti di analisi prospettica. Aiutano cioè l’imprenditore a interpretare il futuro della sua azienda. Dal punto di vista pratico, il Forecast arriva a individuare, numeri alla mano, un “trend” per i mesi successivi. Tutto questo è poi importante per la definizione del #budget
Entrare nel merito di quello che deve contenere un budget, richiederebbe un serio e approfondito confronto, quindi mi limito a consigliare di prendere molto tempo nella definizione degli OBIETTIVI da raggiungere nel corso dell’anno successivo, #Obiettivi non solo di natura contabile, ma anche e soprattutto organizzativi, gestionali e STRATEGICI. La maggior parte delle aziende sbaglia nella definizione degli #obiettivi e di conseguenza pianifica azioni non coerenti e estremamente dispendiose (oltre a creare aspettative errate per la situazione aziendale e di mercato del periodo al quale il budget si riferisce).
Consiglio sempre di definire approfonditamente gli #Obiettivi non limitandosi al venduto/fatturato/marginalità, Roi, ecc.., ma di analizzare la quota di mercato, il cliente ideale all’interno del proprio bilancio, la tipologia di contratti da chiudere per arrivare al previsionale di vendita ipotizzato, ecc..
OBIETTIVI – AZIONI – CONTROLLO
da Luca Biscione | Mar 25, 2019 | Uncategorized
NEUROMARKETING
Non sono un esperto del Neuromarketing ma ne capisco l’importanza e la necessità di affidare questa disciplina a professionisti che possano aiutare le Aziende nella scelta di soluzioni che influenzano il coinvolgimento emotivo dei consumatori e ne condizionano poi l’acquisto. A questo punto mi viene da pensare che Noi acquirenti non siamo “soggetti” pensanti che si emozionano bensì “soggetti” emotivi che poi razionalizzano e pensano. Soprattutto nel B2C la necessità di avvalersi di professionisti del settore potrebbe fare la differenza tra il cercare di vendere un prodotto e riuscire a rientrare nelle attenzioni dei consumatori!